E se per raggiungere la piena libertà, prima di tutto dovessimo liberarci da noi stesse?
Dovremmo riuscire a scrollarci quell’ossessione di ottenere consensi, che poi si trasforma in bisogno spasmodico di sedurre: quello stato d’animo al femminile che spinge noi donne a porre l’aspetto fisico al primo posto.
A far girare il business della chirurgia estetica sono ancora principalmente le donne, conferma il chirurgo plastico Maurizio Marchetti. Con buona pace della tanto sbandierata parità.
A spingermi a interpellare il chirurgo estetico è stata la notizia diffusa da alcuni dermatologi americani secondo i quali il fatto di guardare costantemente il display del telefonino ci farà diventare tutti più rugosi nella parte bassa del volto (senza distinzione di sesso, visto che l’immagine che meglio rappresenta la nostra era è proprio quella di persone di tutte le età, uomini e donne, che sui mezzi pubblici, alle fermate, restano con il volto all’ingiù fisso sullo smartphone).
L’esperto, per fortuna, sembra smorzare lo spettro della pappagorgia da cellulare. In compenso, ci svela alcune interessanti novità sul mondo della chirurgia estetica che potete ascoltare nel radio-post.
«La vera rivoluzione degli ultimi 20 anni non è più sul tessuto cutaneo ma sui tessuti adiposi – spiega -. Poterlo togliere, modellare il corpo, e quindi reimpiantare le cellule altrove». «Il grasso oggi – continua Marchetti, chirurgo di molte donne famose – viene associato alle tanto chiacchierate cellule staminali: si usa non solo come filler, ma anche per rigenerare i tessuti».
E a immolarsi a sonde e bisturi sono sempre le donne. «Il grasso è geneticamente legato al corpo femminile e poi gli uomini si giocano altre carte», documenta candidamente il chirurgo. Quali? chiedo ingenua. «Quelle del successo e dello charme», per esempio. A quanto pare, siamo proprio noi a non volerci emancipare, visto che la carta che continuiamo a giocare è sempre la stessa: quella di piacere (dell’aspetto fisico).
Fonte: 27esimaora.corriere.it